Dentro e fuori il palazzo di Re Sejong

Nel nono mese lunare del 1446 un’opera dichiara la promulgazione del sistema di scrittura autoctono coreano. L’opera è l’ Hunmin Chongum (i suoni corretti per l’istruzione del popolo) ed è una delle opere più importanti dell’intera storia coreana, ma la sua finalizzazione e quindi la creazione dell’alfabeto coreano che all’epoca veniva chiamato chongum (suono corretto), ha seguito un processo lungo (si parla di 10 anni) e dall’annunciazione del nuovo alfabeto all’effettiva promulgazione tramite l’ Hunmin Chongum sono trascorsi due/tre anni di prove applicative. In più questo processo ha diverse connotazioni: pratiche ideologiche e politiche.

Uno dei testi che ho studiato per preparare questo articolo è “L’invenzione di una scrittura. L’alfabeto coreano e le sue origini” di Giovanni Volpe e l’ho trovato davvero interessante perché si avvicina molto a quella che è anche la mia idea di approccio all’analisi di questa straordinaria creazione. Ovvero una prospettiva che non può limitarsi al solo processo linguistico, ma che deve necessariamente essere contestualizzata al suo tempo e alla sua società. Un tempo ben preciso che risale ai primi palpiti dell’epoca Joseon che fu scenario di enormi rotture e trasformazioni. In più bisogna tenere bene a mente che l’invenzione dell’alfabeto coreano non fu immediata e tantomeno il suo ruolo come sistema di scrittura ufficiale e la valenza puramente nazionale. Fino alla fine del XIX secolo, continuano ad essere i caratteri cinesi il sistema di scrittura riconosciuto ufficialmente per questioni amministrative. Nel 1894 il Kongmunsik (editto per la scrittura pubblica) definisce l’alfabeto coreano come scrittura nazionale che nel frattempo era naturalmente mutata e dovremo aspettare addirittura il lavoro di alcuni studiosi del nascente XX  secolo per vedere definitivamente riconosciuto questo sistema di scrittura nella concezione dell’identità nazionale. Uno di questi linguisti Chu Si Gyong (vissuto tra il 1876 e il 1914) coniò il nome Hangul (traducibile come scrittura coreana) nel 1910.

Capite, quindi, che la strada è stata lunga e travagliata. Altro aspetto da tenere in considerazione e questo lo si evince analizzando I Sillok ( i registri in cui venivano annotate le attività dei sovrani) di Re Sejong, non esiste nessuna nota precedente all’effettiva annunciazione del nuovo alfabeto che testimoni un possibile studio o lavoro a riguardo. Come se fosse uscito magicamente, questo, al di là di improbabili, secondo me, teorie sulla segretezza del progetto, ha più senso in una incertezza sul reale futuro di una creazione che solo noi a posteriori possiamo effettivamente riconoscere come straordinaria, ma che all’epoca era piuttosto sperimentale e incerta. A tal proposito non abbiamo neanche una data certa perché, mentre per la pubblicazione del Hunmin Chongum abbiamo certezze, nella nota presente sul Sillok viene annunciata la creazione dell’alfabeto con “questo mese” collocato si nel dodicesimo mese del venticinquesimo anno di regno di Re Sejong che però va da dicembre 1443 a gennaio 1444.

Insomma l’alfabeto coreano è tutt’oggi uno dei campi di studio che accende di più il mondo accademico. 

Quello che piacerebbe fare a me oggi è darvi quindi un’idea del contesto in cui la scrittura coreana è nata senza entrare in aspetti strettamente linguistici, ma creare un piccolo percorso nell’ambiente in cui è nato, soffermandoci anche sulla figura di Re Sejong che senza ombra di dubbio ha guidato una delle più straordinarie rinascite culturali, e per quanto la sua immagine sia indissolubilmente legata all’invenzione dell’alfabeto, sono molte le innovazioni che portò durante il suo regno.

Re Sejong sale al trono nel 1419 appena ventunenne, quando suo pardre Taejong abdica in suo favore. Dopo un’iniziale incertezza, doveva infatti essere il primogenito l’erede al trono in quanto principe ereditario, ma viene destituito per motivazioni che a noi non sono giunte se non come “mancanza di virtù”. Quando i funzionari del sovrano chiedono di premiare il più meritevole, la scelta non potè che ricadere su Yi To il terzo figlio, che sarebbe diventato il sovrano più amato dai coreani, Re Sejong.

Ma facciamo un passo indietro perché Sejong è il quarto sovrano di una dinastia si può dire appena nata e figlia di enormi trasformazioni. Chi ha fondato il Regno Joseon è il nonno di Sejong.

Alla fine del 1300 la caduta dell’impero mongolo in Cina ha creato profondo disequilibrio nella situazione politica coreana, che reagì con ferocissime faide interne che fecero crollare ogni stabilità economica e amministrativa del regno di Goryeo. Questa instabilità spalancò le porte a diverse invasioni e in particolare le incursioni dei “Turbanti rossi” briganti cinesi a capo di un movimento di insurrezione e quelle dei pirati giapponesi che erano anche il problema maggiore perché intensificarono fortemente le incursioni complicando ulteriormente la già fragilissima situazione di crisi. È in questo scenario che fa il suo ingresso Yi Songgye, un militare che ha saputo farsi strada e che il governo di Goryeo dopo il fallimento delle trattative con le autorità giapponesi, manda in una campagna militare che si rivelò vincente riuscendo a respingere i pirati giapponesi e a conquistare alcune basi. Nonostante questo la situazione interna peggiora e la dinastia Wang di Goryeo crolla. Seguono una serie di eventi che vedono la dinastia Ming dare il colpo decisivo al regno, ma con alcune mosse politiche vincenti e l’esilio definitivo per gli ultimi sovrani considerati corrotti è Yi Songgye nel 1392 a conquistare il trono e dare il via ad una nuova epoca, quella del rinascimento coreano, l’epoca Joseon appunto e lui primo sovrano della dinastia Yi verrà ricordato successivamente come Taejo (Grande Antenato).

Re Taejo

La prima cosa da fare è rompere ogni legame con il passato per sottolineare la volontà di un nuovo inizio, la capitale dunque viene spostata da Kaesong a Hanyang (l’attuale Seoul) e dopo vari interventi nel 1396 la nuova capitale è pronta, maestosa e imponente con 17 km di cinta muraria, quattro porte principali e altre quattro minori che seguono i punti cardinali. Viene poi divisa in distretti  e strutturata per essere la guida non solo politica ma anche culturale del Regno. 

Ho sottolineato culturale perché è uno dei principi che la dinastia ha posto al centro del proprio governo, quindi non solo nuove riforme e la consolidazione dei confini, ma anche l’istruzione e l’indottrinamento. Fin dal principio il governo di Taejo pose al centro il neoconfucianesimo, strada che porteranno avanti anche suo figlio Taejong e successivamente Sejong. 

Nel periodo Joseon lo studio dei principali testi neoconfuciani era indispensabile non solo come condotta morale, ma proprio per accedere alle alte cariche di governo, divennero quindi la principale formazione per i funzionari e letterati. Una delle ipotesi sulle varie motivazioni della creazione dell’alfabeto coreano infatti è quella della necessità di rendere queste opere maggiormente accessibili e quindi rendere più facile la divulgazione dei principi che contenevano.

immagine presa dal testo King sejong the Great

Quello dello studio e dell’istruzione era per Sejong quasi un’ossessione fin dall’infanzia, ci viene raccontato come un giovane curioso e avido di sapere, tanto che una volta salito al trono tra le prime azioni del suo programma di governo c’è lo sviluppo, all’interno del palazzo, del Chiphyonjon (Istituto per la raccolta della virtù) che non raccoglieva solo opere scritte, era un vero e proprio centro di ricerca. L’idea era quella di riunire studiosi di talento che lui supportava con decisione perché convinto avrebbero contribuito al benessere del paese “trasformare attraverso l’educazione”. Da questo luogo si presuppone siano uscite le menti che abbiano contribuito accanto al sovrano alla creazione dell’alfabeto.

Chiphyonjon dal testo King Sejong the Great

Nei trentadue anni di regno, Sejong ha portato avanti molti progetti, la stabilizzazione dei confini settentrionali che erano ancora in preda al caos dopo al caduta del regno Goryeo, la riorganizzazione del sistema delle tasse e la consolidazione del codice legislativo, tutti progetti lunghi e complessi che ha portato avanti utilizzando le risorse intellettuali del Chiphyonjon. Ha messo insieme una biblioteca enorme con ogni genere di pubblicazione potesse essere importante per lo sviluppo dello stato: politica, storia, geografia, filosofia, ma era incline anche alle innovazioni scientifiche, come per la medicina. Sotto il suo regno nel 1445 fu pubblicata un’opera immensa composta da 365 volumi intitolati UIbang Yuchwi, un’enciclopedia medica che comprendeva diagnosi e prescrizioni, le principali cure e vari strumenti per formare i medici. Addirittura l’astronomia e questo è un aspetto molto interessante perché si è dedicato moltissimo agli studi astronomici. L’agricoltura era il settore centrale dell’economia e Sejong voleva trovare nuovi strumenti che potessero garantire informazioni più precise sul clima e sulla stagionalità. Voleva inoltre creare un calendario e determinare le coordinate della capitale, quindi si necessitava di nuovi strumenti. Sotto il suo governo furono costruiti quattro tipi di meridiana in base alle funzioni e tra le creazioni più importanti sono sicuramente Changyongnu (l’orologio ad acqua inventato da Jang Yeong Sil e di cui si parla nel film forbidden dream) e Angbu Ilgu un emisfero concavo per misurare le ore del giorno, vi metto la foto qua sotto.

dal testo King Sejong the Great

A questo punto non dovrebbe essere difficile capire come mai sia considerato uno dei più grandi sovrani mai esistiti, una mente velocissima forse oltre il suo tempo. L’apice è stato indubbiamente la creazione dell’alfabeto che, per quanto ancora la sua storia faccia surriscaldare gli animi di molti studiosi, ha segnato una svolta epocale. La paternità dell’alfabeto è ancora discussa molto perché in base alle fonti si sono sviluppate due correnti di pensiero: una che segue alla lettera l’interpretazione del Sillok di Sejong e secondo cui il sovrano da solo avrebbe creato il sistema di scrittura nella sua totalità e una seconda corrente (secondo me più plausibile) che invece sostiene che accanto a lui ci fosse un gruppo di studiosi del Chiphyonjon. 

Non crediate non ci siano state fin dalla sua origine manifestazioni di malcontento, anzi molti letterati hanno visto nella creazione di questo alfabeto non solo uno strumento per migliorare la vita dei coreani e rendere più facile esprimersi, ma anche una mossa minacciosa nei confronti dell’impero celeste (la Cina) al quale si doveva un atteggiamento reverenziale e quasi timoroso.

E sinceramente è plausibile ci sia stata una spinta anche politica, il regno di Joseon era tributario della dinastia Ming e quindi un proprio alfabeto era anche un modo di dichiarare un’indipendenza oltre a garantire una sicurezza per quanto riguarda la segretezza della politica interna, i documenti scritti in alfabeto coreano non sarebbero stati più decifrabili. Questo faceva paura alla classe politica più vicina alla dinastia Ming.

Da qualunque punto di vista lo si guardi il regno di Re Sejong è stato una grande rivoluzione che ha contribuito a nominare l’epoca Joseon “Rinascimento coreano”.

Esaurire l’argomento sarebbe impossibile perché dovrei scrivere un intero libro, ma spero che in qualche modo io sia riuscita a darvi un assaggio di quello che è stato il contesto in cui questo straordinario alfabeto ha preso forma e di come probabilmente non si smetterà mai di discuterne.

Vi lascio con la trascrizione della prefazione agli Hunmin Chongum per mano di Re Sejong e tradotta nel testo “Fonti per lo studio della civiltà coreana” a cura di Peter H. Lee:

“I suoni della nostra lingua sono diversi da quelli del cinese, né si comunicano facilmente con quegli ideogrammi. Molti tra gli ignoranti, perciò, benché desiderino esprimere per iscritto i loro sentimenti, non hanno potuto comunicare. Considerando questa situazione con compassione, io ho concepito ventotto nuove lettere. Desidero soltanto che il popolo le apprenda facilmente e le usi in un modo appropriato nella sua vita di ogni giorno”

Re Sejong

Fonti:

Giovanni volpe “L’invenzione di una scrittura. L’alfabeto coreano e le sue origini” 

King Sejong The Great. The everlasting Light of Korea

Maurizio Riotto “Storia della Corea”

A cura di Peter H. Lee “Fonti per lo studio della civiltà coreana”   

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